Corrente del Golfo credo.Scigio ha scritto: ↑ven feb 07, 2020 12:29 pmConcordo, la partita si gioca sempre in oceano e negli ultimi anni abbiamo in quella zona una serie infinita di depressione, che prima scendevano sulla costa orientale americana permettendo all’azzorre Di slanciarsi verso nord, adesso purtroppo quasi ogni risalita azzorriana è letteralmente piallata. Forse colpa delle temperature?Lesmometeo ha scritto: ↑ven feb 07, 2020 7:47 amSarebbe interessante rivisitare le carte del passato sulla base di ciò che accadeva negli oceani in particolare in nord Atlantico visto che da esso dipende il 90% del clima Europeo, dati di temperature superficiali, profonde, salinità, densità, composizione chimica, turbolenze e velocità delle correnti e anche volumi ed aree di inabissamento.Scigio ha scritto: ↑gio feb 06, 2020 11:27 pm
Ieri guardavo le carte del periodo 15 febbraio-10 marzo 1971 che portarono a una delle più grosse nevicate della mia zona (5-6 marzo 1971), succedesse al giorno d’oggi una configurazione del genere grideremmo alla PEG. In confronto il febbraio 2012 sembrava poca cosa a livello di impianto. Rivivremo mai determinati contesti? Lo spero. Guardando al giorno d’oggi provo solo profonda noia
Ma temo che questi dati più che esser parziali proprio non esistano, e tuttora non vengano rilevati in modo adeguato.
È evidente che il motore del clima sono gli Oceani in particolare nella stagione invernale perché da esso proviene quasi tutta l'energia disponibile in troposfera in particolare pressi le aree polari dove il sole non ha incidenza, eppure siamo ancora fermi all'ABC dove anche esimii "guru" della meteo nostrana vengono a parlare di "energia" disponibile sotto forma di masse di aria gelida all'interno del Vortice Polare ma che casualmente non trovano la strada per venirsi a sfogare sul continente Europeo.
Se ci si pensa, riguardo la troposfera e la stratosfera sono disponibili una miriade di carte e mappe di tutti i tipi di ogni parametro con una decina di modelli predittivi, degli Oceani non abbiamo praticamente nulla eppure non si può studiare l'uno senza studiare l'altro.
La corrente è un immenso nastro trasportatore di calore prelevato dai tropici e trasferito in area subpolare.
La corrente viaggia veloce fino a 8 km/h richiamata dal continuo sprofondamento dell'acqua raffreddata e quindi più pesante in area subpolare (l'acqua raggiungie il massimo del peso a circa 4°C). L'andamento della corrente però non è lineare e costante perché causa le differenti velocità di rotazione terrestre tra equatore e poli si creano delle spinte laterali e anche inverse che creano turbolenze e deviazioni del flusso, creando quelle che chiamiamo anomalie superficiali (non è ben chiaro poi su che media, visto che è un sistema fluido mai uguale a se stesso, non credo che esista una normalità).
Questi volumi immensi di acqua a temperature differenti contiene una quantità immensa di energia, praticamente tutta quella ricevuta dal sole in area equatoriale e tropicale non dissipata dalle tempeste tropicali.
In un contesto di dislocazione variabile questa energia si rende poi disponibile con l'evaporazione appena sopra di essa scorre l'aria fredda e secca in uscita dallo scudo canadese, scatenando le furiose tempeste atlantiche che poi bloccano all'alta pressione azzorriana di slanciarsi verso nord come giustamente dici tu.
Il positivo è che la variabilità meteo è sempre assicurata (e variabilità vuol dire qualità meteo), e che l'Europa tutta gode di un clima estremamente vivibile per la latitudine in cui è posizionata per cui più che lamentarci dovremmo esser molto felici di questo clima.