Messaggio
da Stormsnow » dom dic 27, 2020 9:09 am
⚠ ✳ PRE-AVVISO* DI NEVE A BASSA QUOTA ⚠
* la previsione completa, con l’immancabile grafica, sarà emessa domani, domenica 27 dicembre 2020.
Cari amici meteo-appassionati! Nel primo paragrafo trovate un’anticipazione previsionale per LUNEDÌ 28 DICEMBRE 2020.
Segue un’analisi ragionata di cosa potremmo attenderci. E soprattutto perché. E’ un testo come al solito mega prolisso, ma è confezionato con passione, dunque saremo felici se lo leggerete con cura fino all'ultima riga. Inoltre apre la mente su diversi argomenti utili a fini didattici, il che non guasta mai.
Al di là dell’amore (o l’odio!) per la neve in città, materia soggettiva, questi episodi sono interessanti perché lasciano intendere quanto la complessità orografica del Nord Italia renda difficilmente predicibile una nevicata a quote di pianura. Buona lettura.
TEMPO PREVISTO
QUANDO: dalle ore 00 alle ore 10-12 di lunedì 28 dicembre 2020, localmente già da tarda sera di domenica 27 su Oltrepò Pavese e fascia alpino-prealpina. Prime aperture (a partire da ovest) nel corso del pomeriggio, ampie schiarite in serata di lunedì, con importante ghiacciamento nella notte su martedì 29 su TUTTA la regione (dunque massima attenzione alle strade anche urbane!).
DOVE: tutti i settori, tuttavia con possibile esclusione dell’est Mantovano e forse – almeno inizialmente – di Cremonese orientale (per ombra pluviometrica sub-appenninica). Maggiori accumuli in sede padana (da 5 a 15cm) lungo una direttrice disposta dall’Oltrepò Pavese al Lodigiano-Bergamasca. Coinvolto più marginalmente l’estremo ovest lombardo (per scarsità di precipitazioni), con rischio di accumuli inconsistenti – o forse addirittura nulli – al confine con il vicino Piemonte.
FENOMENI ATTESI: precipitazioni nevose a tutte le quote, dapprima deboli e/o miste a pioggia, in rinforzo durante le ore notturne ed entro l’alba. Progressivo esaurimento delle precipitazioni già nel corso della mattinata, da ovest verso est.
ANALISI GENERALE
Una imponente discesa d’aria artica dalle latitudini groenlandesi interesserà le Isole Britanniche e la Francia, per poi adagiarsi nei territori Mitteleuropei. La sua porzione più meridionale scorrerà veloce verso le Alpi Occidentali e andrà scivolando ancora più rapidamente nel Mediterraneo, fin verso il 42esimo parallelo, cinta nel suo perimetro meridionale da una intensa corrente a getto.
Ciò significa che siamo di fronte a un tipo di peggioramento abbastanza rapido, che non lascia il tempo ai nostri mari (specie al Ligure-Tirreno) di “rispondere”, ossia di strutturare minimi barici al suolo che siano degni di nota.
Questa considerazione è fondamentale, perché determina che quasi tutte le precipitazioni siano in mano alla disposizione (o meglio: all’inclinazione!) delle correnti alle medie quote. Il contributo d’umidità di basso livello richiamato dai quadranti meridionali (ossia di potenziale carburante per le precipitazioni), salta quasi a piè pari la Lombardia, andando a distendersi dal Tirreno verso l’Alto Adriatico.
Il quadro sinottico generale vede comandare correnti di Libeccio abbastanza teso, cioè con curvature un po' deboli, che trovano dinnanzi a sé dapprima il perentorio scudo delle Alpi Marittime e quindi delle Apuane, con in mezzo – per modesta statura – il più accondiscendente Appennino Ligure.
In questo scenario, dove a comandare è il motore di medio-alta quota così ben disteso da sud-ovest, il mite richiamo sciroccale (sud-orientale) nei bassi strati padani è quasi del tutto assente, agli effetti relegato al Mantovano ed estremo est Bresciano e comunque presto ricusato a levante.
Il quadro termo-igrometrico è attualmente favorevole alla caduta di neve fino a quote di pianura/fondovalle, subordinatamente alla consistenza delle precipitazioni. Vale a dire: con precipitazioni molto deboli, specie su centro-est regione, potremmo verosimilmente assistere a fasi di neve inizialmente mista a pioggia o neve con difficoltà d’accumulo. Con il sopraggiungere di precipitazioni consistenti, invece, non ci sono problemi di sorta e la neve può imbiancare dai monti al piano.
La previsione, in fin della fiera, si riduce nello studio della distribuzione locale delle precipitazioni, ossia nella stima dell’inclinazione esatta delle correnti alle medie quote, giacché la quasi totalità del precipitato dipenderà proprio dal loro orientamento rispetto alla roccaforte orografica che cinge la Val Padana a meridione.
Di solito, in queste situazioni, la nostra regione padana e pedemontana osserva un massimo relativo di precipitazioni lungo una direttrice disposta dall’Oltrepò Pavese al Lodigiano-Bergamasca. Più a ovest, andando verso il vicino Piemonte, prende corpo un gradiente negativo (viepiù meno precipitazioni) perché si risente dell’ombra pluviometrica delle Alpi Marittime, che è davvero molto impattante. Più a est, parimenti, abbiamo idem una parziale ombra pluviometrica (specie in prima fase) dovuta al sottovento rispetto all’Appennino Tosco-Emiliano, che va a seccare l’aria verso il Cremonese orientale e il Mantovano.
Con la traslazione della perturbazione verso levante, tuttavia, è ipotizzabile il transito di importanti nuclei precipitativi anche in questi settori d’est regione (l’orografia appenninica non può fermare precipitazioni ben formate alle medio-alte quote), quindi in mattinata è lecito attendersi che alcune linee di rovesci andranno a impegnare anche le pianure più orientali, con probabile fase nevosa “al canto del cigno” dove saranno più intensi.
Di solito, in mancanza dello scirocco, viene “tagliato fuori” dalla neve solo l’angolino più orientale della Lombardia, ossia il Mantovano orientale, perché resta preda della risalita d’aria troppo “calda” da sud-ovest, con il Libeccio che spinge isoterme leggermente positive fin negli strati atmosferici critici da 1200 a 1500m. In questo frangente, proprio in quei territori d’est Mantovano, non è inconsueto osservare una incredibile - quanto affascinante - linea di demarcazione netta tra la neve e la pioggia.
In ultimo: il comparto Alpino/Prealpino tutto gode di una situazione di particolare favore, stante l’importante sbarramento orografico, dunque raccoglie buone precipitazioni (Orobie über alles! Attesi da 30 a 50cm dai 1000m slm, da 5 a 15 cm fino a fondovalle) con parziale eccezione, tuttavia, dell’angolo nord-occidentale (Varesotto in primis), che soffre assai la mancanza di una componente sud-orientale alle medio-basse quote e che, con una perturbazione così spedita, finisce presto schiavo del travaso d’aria più stabile e secca da nord-ovest.
Questo è quanto. E’ una perturbazione mordi e fuggi e tendenzialmente poco democratica. Dunque non aspettatevi “il nevone” diffuso, quantitativamente parlando, almeno non in pianura, dove accumuli significativi saranno appannaggio esclusivo di quella “striscia” di precipitazioni, dove – effettivamente – nevicherà molto bene in quella (breve) finestra tra tarda notte e alba.
Dopodiché, come raramente accade, la perturbazione scapperà verso est e lascerà neve al suolo al riparo dall’eventuale possibilità di successiva pioggia, anzi il cielo sereno favorirà gelate diffuse. E’ forse questo il tratto distintivo più importante: dove cadranno centimetri a sufficienza, complice la stagionalità (siamo a minimi radiativi annui, attorno al Solstizio), il candido manto persisterà al suolo per diverso tempo… anche perché, all’orizzonte, non sembrano esserci prospettive miti. Anzi.
Il meraviglioso 2020 finisce la sua corsa sotto bianche vesti d’inverno. L’augurio, a questo punto, è che se ne vada candidamente affanculo.